Basta un gesto semplice come avvicinare uno smartphone al braccialetto AIDme per poter salvare una vita.

Già, perché il prodotto bandiera dell’azienda informatica Audens è un bracciale apparentemente comune, ipoallergenico, waterproof, completamente personalizzabile e brandizzabile. Al suo interno, però, contiene un TAG, ovvero un microchip di pochi millimetri, abilitato a contenere le informazioni medico-sanitarie di chi lo indossa. Può essere programmato da un qualsiasi smartphone abilitato, senza necessità di applicazioni specifiche, e può contenere, protette da una password, le indicazioni sul gruppo sanguigno, le allergie mediche e alimentari, i vaccini eseguiti, le patologie croniche, le terapie farmacologiche in essere, i valori pressori, e qualsiasi altro dato che l’utente decida di inserire.
In caso di primo soccorso, al personale medico basterà avvicinare appunto un qualsiasi smartphone dotato di modulo NFC (la cosiddetta tecnologia di prossimità, già utilizzata, per esempio, per i pagamenti elettronici) per leggere questi dati e prendere le decisioni migliori per la vita del paziente.
«AIDme è il prodotto ambasciatore della nostra filosofia aziendale perché unisce alla tecnologia un aspetto sociale e di solidarietà molto importante per me», conferma Monica Cerin, presidente e Ceo di Audens. «Per questo stiamo dialogando con diversi Ministeri perché il suo utilizzo sia allargato proprio con scopi sociali. Lo abbiamo anche declinato in 9 lingue perché possa trovare diffusione anche all’estero e dunque, oltre all’italiano, i dati ora possono essere inseriti in inglese, spagnolo, russo, tedesco, francese, arabo, portoghese e cinese».
Un passaporto sanitario, insomma, che si può rivelare particolarmente utile per chi è in viaggio e per chi ha patologie non visibili a occhio nudo.
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